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Un referente del
clan a Catanzaro

     La cosca Giampà aveva  un suo referente nella città capoluogo  di Regione. Si tratta di  Antonio Donato, anche lui raggiunto  dall’ordinanza “Perseo”,  l’operazione che il 26 luglio  scorso ha portato in carcere 65  persone: affiliati al clan Giampà,  ma anche politici, avvocati, medici  e imprenditori. L'uomo, che  controllava la zona di Pontegrande  e Siano, secondo quanto  dichiarato dai collaboratori di  giustizia, «aveva iniziato i suoi  rapporti con la cosca Giampà in  carcere, grazie al “battesimo”  avvenuto all'interno della casa  circondariale per mano del "Professore",  cioè Francesco Giampà,  capo storico della cosca lametina  ». Giampà avrebbe «conferito  a Donato la dote d’ingresso  nella 'ndrangheta; in seguito  ricevette la dote 'ndranghetistica  del 'quartino o trequartino'  dal cugino di Giuseppe Giampà,  vale a dire Pasquale Giampà detto  “millelire” e ciò accadde nel  2010, quando Donato era recluso  insieme a Pasquale Giampà  nel carcere di Siano».  Secondo l’accusa Donato «è  colui che, quanto meno a partire  dal 2004, ha procurato ai vertici  della cosca le macchine e i motocicli  usati per compiere efferate  azioni omicidiarie, oltre a collaborare  stabilmente con l'organizzazione  nelle attività di spaccio  di sostanze stupefacenti  ». 

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