Comunità montane in liquidazione in Calabria, centinaia di lavoratori che da mesi non percepiscono lo stipendio e che non sanno, ad oggi, quando ciò accadrà, istituzioni latitanti, regione inadempiente. In una drammatica lettera aperta i lavoratori della comunità montana del Pollino denunciano le umiliazioni e la disperazione per la disattenzione della classe politico-istituzionale: “Ci sono in mezzo – si legge nella lettera - a noi padri, di famiglie monoreddito, disperati perché non possono assolvere al mantenimento dei loro figli; c’è una madre vedova che dopo undici mesi senza stipendio chiede se la sua unica alternativa sia quella di “farla finita . Non si piange per dignità, che pure, persone in giacca e cravatta che siedono su poltrone prestigiose, hanno lentamente ucciso. Ma costoro rimangono impuniti, perché, ledere i diritti, mortificare le persone, umiliarle nel loro privato, non costituisce reato e, ancor di più, non costituisce senso di vergogna per una “casta” che non si è mai trovata nell’impossibilità di pagare una rata di mutuo o il canone d’affitto. Per i nostri governanti è semplice, è tutto maledettamente chiaro: ‘motivi tecnico-amministrativi ci impediscono di erogare le somme, pur dovute, alle Comunità Montane’. Comodo trincerarsi dietro la burocrazia, quando la politica non è capace di trovare la soluzione ai problemi della gente. Aiutateci ad accendere i riflettori su questa triste vicenda. Aiutateci – concludono i lavoratori - a non teorizzare l’efficacia di metodi aggressivi e violenti come unica soluzione dei problemi che attanagliano in questo momento storico la nostra società”. Qualcuno li ascolterà?