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Gli interrogativi
del triplice delitto

Dalla possibile sentenza ad un lungo rinvio. Si dovrà attendere ancora qualche mese per conoscere il giudizio di primo grado, che si celebra con rito abbreviato, che dovrà fare luce sul triplice omicidio compiuto a Rizziconi il 29 agosto del 2012 dove trovarono la morte Remo Borgese 48 anni, i figli Antonio e Francesco di 27 e 21 anni e rimase ferito il nipote Antonino di 29 anni. 
A rispondere del triplice delitto è Francesco Ascone, che nel pomeriggio del 1 settembre dello stesso anno, dopo qualche giorno di fuga, si presentò presso il Commissariato di Polizia di Gioia Tauro accompagnato dal suo difensore, l'avvocato Guido Contestabile. 
Nella scorsa udienza, quella preliminare, il Gip presso il Tribunale di Palmi Fulvio Accurso, aveva ammesso la richiesta degli avvocati difensori, Guido Contestabile e Francesco Albanese (sostituito in quella occasione dall’avv. Pasquale Loiacono), di procedere con il rito abbreviato. 
Il tutto doveva poi precedere il deposito di una ulteriore perizia e la discussione delle parti. Proprio però i nuovi rilievi che sarebbero sorti con il deposito dei nuovi documenti e le ulteriori richieste avanzate dal pubblico ministero e dallo stesso Gup, hanno portato il giudice Accurso a rinviare nuovamente l’udienza per fare chiarezza su alcuni punti non lineari della vicenda, prima di arrivare al giudizio finale. Tra gli aspetti da chiarire ci sarebbe quello relativo alla chiazze di sangue che sarebbero state individuate sulla spalliera della vettura di Ascone. L’obiettivo è individuare l’appartenenza delle stesse e chiarire alcuni dubbi.

Dalla possibile sentenza ad un lungo rinvio. Si dovrà attendere ancora qualche mese per conoscere il giudizio di primo grado, che si celebra con rito abbreviato, che dovrà fare luce sul triplice omicidio compiuto a Rizziconi il 29 agosto del 2012 dove trovarono la morte Remo Borgese 48 anni, i figli Antonio e Francesco di 27 e 21 anni e rimase ferito il nipote Antonino di 29 anni. A rispondere del triplice delitto è Francesco Ascone, che nel pomeriggio del 1 settembre dello stesso anno, dopo qualche giorno di fuga, si presentò presso il Commissariato di Polizia di Gioia Tauro accompagnato dal suo difensore, l'avvocato Guido Contestabile. Nella scorsa udienza, quella preliminare, il Gip presso il Tribunale di Palmi Fulvio Accurso, aveva ammesso la richiesta degli avvocati difensori, Guido Contestabile e Francesco Albanese (sostituito in quella occasione dall’avv. Pasquale Loiacono), di procedere con il rito abbreviato. Il tutto doveva poi precedere il deposito di una ulteriore perizia e la discussione delle parti. Proprio però i nuovi rilievi che sarebbero sorti con il deposito dei nuovi documenti e le ulteriori richieste avanzate dal pubblico ministero e dallo stesso Gup, hanno portato il giudice Accurso a rinviare nuovamente l’udienza per fare chiarezza su alcuni punti non lineari della vicenda, prima di arrivare al giudizio finale. Tra gli aspetti da chiarire ci sarebbe quello relativo alla chiazze di sangue che sarebbero state individuate sulla spalliera della vettura di Ascone. L’obiettivo è individuare l’appartenenza delle stesse e chiarire alcuni dubbi.

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