Mormanno paese simbolo ed epicentro del terremoto che quel 26 ottobre del 2012, quasi un anno fa, provocò paura e danni. Mura lesionate, case evacuate , negozi chiusi, ospedale sgomberato. Oggi, a 12 mesi di distanza, le ferite sono ancora evidenti. Anche perchè, il centro del Pollino, come gli altri nove interessati dal sisma sul versante calabrese, ha dovuto alzare la voce per aver riconosciuto lo stato di emergenza che si è protratto fino ad aprile del 2013. Pochi mesi e misure insufficienti a risanare le criticità. I problemi restano, lo sanno i residenti, molti dei quali hanno preferito fare le valigie, lo sanno gli amministratori che bussano a porte chiuse e urlano a vuoto. La gestione dell'emergenza è stata solo una fase, la prima, adesso è necessario il ritorno alla normalità, prima che Mormanno come gli altri paesi di montagna ancora interessati dal fenomeno tellurico, si trasformino paesi , soprattutto i centri storici, fantasma. Insomma, servono soldi, la stima, presentata in un incontro a Roma, al viceministro all'economia Stefano Fassina, è di 7 milioni di euro, nonché il riconoscimento di misure fiscali agevolate come l'esenzione per Imu e la Tares , oltre alla deroga del patto di stabilità per i comuni interessati fino al 31 dicembre 2014. Impegni precisi che il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti chiede anche in una lettera inviata al premier Enrico Letta sollecitando infine un vero piano di interventi per – si legge testualmente nella missiva- avviare un primo vero piano di interventi per la ricostruzione delle attuali esigenze abitative”