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Un referendum per
salvare Rossano

 

 Il Consiglio regionale ci prova. Nel tentativo di salvare in extremis il Tribunale di Rossano ha imbocca la strada referendaria. L’Aula si gioca l’ultima carta approvando all’unanimità la proposta (deliberata dalla prima commissione presieduta da Giuseppe Caputo) di una consultazione popolare per abrogare le normative sul riordino degli uffici giudiziari. Il via libera all’iniziativa arriva nel corso di una seduta che sarà ricordata per il nervosismo di qualche consigliere e per il particolare disinteresse con cui la maggior parte dei componenti dell’Assemblea ha seguito i lavori in aula. Tant’è che dal presidente Talarico giungono richiami a ripetizione davanti a uno spettacolo indecoroso. Nella prima parte dei lavori, l’Aula procede alla surroga del dimissionario Francescantonio Stillitani con Salvatore Bulzomì, primo dei non eletti dell’Udc che tra sorrisi e strette di mano va ad occupare il suo scranno. Subito si procede alla sostituzione di Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, con Aurelio Chizzoniti. Giusto il tempo di entrare in aula e il neo consigliere chiede di intervenire. Talarico lo blocca evidenziando che non è prassi prendere la parola dopo la surroga. Chizzoniti s’arrabbia e sbotta: «Nella gerarchia delle fonti la prassi si trova all’ultimo posto». Il presidente del Consiglio è irremovibile. Chizzoniti esplode: «Devo pendere atto che non posso parlare dello scandalo giustizia a Reggio Calabria. Siamo a un passo dalla dittatura».

 

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