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Appello di una madre
"aiutate mia figlia"

Nella cartella clinica la lista dei farmaci sperimentati è così lunga che un solo foglio non basta a contenerli. Anni di prove e di peregrinazioni nei migliori ospedali pediatrici d'Italia, ma per Emma, una bambina di sette anni che vive a Villapiana, nel cosentino, non ci sono stati risultati. La sua è una malattia incurabile. I medici si sono arresi dopo aver, non senza fatica, dato un nome alla patologia. Emma soffre di Ipoplasia pontocerebellare. La piccola non parla, non si muove, non mangia. I genitori, immigrati romeni (vivono in Italia da dieci anni) ora sperano nel metodo Stamina. Come previsto dalla normativa dopo aver avuto i contatti con gli Spedali Civili di Brescia ed ottenuto il parere favorevole dei sanitari, si sono rivolti all'autorità giudiziaria per ottenere  il via libera alle cosiddette cure compassionevoli e dare una speranza ad Emma. La decisione del tribunale di Castrovillari è prevista per il 18 settembre. " Mi appello al giudice- dice Angela Macu- madre di Emma- affinchè dia una possibilità a mia figlia". Angela, suo marito, Sorin che fa il muratore raccontano di aver capito dei problemi della piccola ( che è nata nell'ospedaale di Trebisace) alla vigilia della festa di battesimo. "Per Emma- precisa ancora la mamma- sarebbero necessarie cinque infusioni l'anno. E noi speriamo che, come gli altri bambini della cura Vannoni anche lei possa avere giovamento".La piccola inoltre soffre di crisi distoniche, resta cioè bloccata e solo in ospedale si riesce ad aiutarla. Il problema è che, con i tagli del piano di rientro, per casi come quello di Emma è necessario arrivare a Cosenza, lontano, lontanissino per una bambina nelle sue condizioni. "Il rischio ogni volta- spiega Angela- è che non si riesca a salvarla". Il cuore in tumulto della giovane madre. E non è tutto. sono sempre i genitori che aiutano la figlia con la ginnastica. Nella zona non c'è un centro specializzato, così la bambina fa passi indietro. Una vergogna contro cui combattono con grande dignità e come possono, il papà e la mamma, che oggi chiedono una possibilità per migliorare la qualità di via di Emma.

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