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Francesco il piccolo
“Faraone” e la sua
bara bianca

«Avete guadagnato un angelo ed un intercessore presso Dio. Ora dovete continuare ad avere fiducia perché siete privilegiati da Cristo. Bisogna trovare la forza di andare avanti perché siamo credenti, perché dobbiamo continuare ad avere fede e sappiamo che Dio non ci abbandona ». È uno stralcio dell’omelia di Carlo Koudhorot Cajetani, parroco di Acquafredda, durante le esequie di Francesco Davoli, il tredicenne di Caronte investito da un’auto e deceduto dopo un intervento chirurgico all’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. Parole forti ieri pomeriggio per infondere coraggio ai genitori del piccolo, Rosa Megna e Giuseppe Davoli, straziati da un dolore indicibile e inconsolabile. Nella chiesa Matrice stracolma di gente profondamente commossa, don Carlo ha pronunciato un’omelia accorata rivolgendosi agli abitanti di Caronte e a tutti i fedeli: «Non abbiamo ancora accettato questa tragedia», ha detto, «ma anche nel dolore dobbiamo avere fede ben salda. Voi tutti state dimostrando che c’è qualcosa di più della famiglia di sangue. C’è la comunità». Il sacerdote ha poi ricordato gli ultimi giorni di vita del piccolo Francesco, conosciuto e amato da tutti nel suo quartiere, tifoso sfegatato del Milan e chierichetto nella parrocchia.

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