Un accorato appello perché a fronte delle stragi che si consumano ogni anno sulla Statale 106, tra cui quelle dei piccoli Matteo a Sellia Marina e di Leonardo a Villapiana, la Chiesa si mobiliti con determinazione è stato rivolto in una lettera aperta da Fabio Pugliese, scrittore e autore di un libro-inchiesta sulla statale della morte ai vescovi delle diocesi attraversate dall’arteria jonica, ovvero a mons. Nunzio Galantino di Cassano allo Jonio, Santo Marcianò di Rossano – Cariati, Domenico Graziani di Crotone - Santa Serverina, Vincenzo Bertolone di Catanzaro –Squillace e Giuseppe Fiorini Morosini di Locri e di Reggio Calabria – Bova. Pugliese partendo da alcune riflessione di Papa Francesco nell’omelia nel 2005 in occasione della festa di San Raimondo Nonnato a Buenos Aires ‘La cultura della morte non è interessata alla vita, ma all'egoismi’ chiede ai presuli un coinvolgimento diretto dei cattolici e della chiesa nella difesa della vita anche da una strada che dal 2001 al 2010 ha registrato 283 vittime, nel 2011 ne ha provocate 28 e nel corrente anno, ad oggi, già se ne contano ben 20. Credo sia giunto il momento che l’impegno cattolico in favore di un ammodernamento della strada Statale 106 Ionica calabrese torni ad essere centrale nella vita di ogni cattolico, di ogni donna e di ogni uomo di Chiesa in Calabria. È importante che ciò accada: tra la gente, nelle strade e, soprattutto, nelle chiese. Non possiamo ignorare il dolore di una madre e di un padre che perdono un figlio sulla “strada della morte”. Non possiamo ignorare le lacrime di una figlia o di un figlio che perde il proprio genitore sulla S.S. 106. Non possiamo ignorare il profondo sconforto degli amici ed i parenti delle tante vittime della “strada della morte”. Non possiamo ignorare gli altri quando gli altri sono loro”.