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Il camionista
forse attirato
in una trappola

Gli elementi raccolti si accumulano e i controlli si susseguono. Gli inquirenti scavano nella vita della vittima, cercano di ricucire la rete dei suoi rapporti, di ricostruire gli ultimi momenti della sua vita. Acquisiscono e visionano immagini, effettuano perquisizioni e stub, seguono piste investigative. Si cerca di venire a capo, o quantomeno di delineare netti i contorni del contesto entro cui inserire l’omicidio di lunedì pomeriggio a Mileto, anche se l’ombra di una faida si allunga sempre più. Insomma per i carabinieri il lavoro non si presenta agevole. Ciò nonostante l’attività – c o o rdinata dal sostituto procuratore Vittorio Gallucci e seguita dal procuratore Mario Spagnuolo – prosegue a ritmo sostenuto con l’obiettivo di riuscire a fare luce sull’assassinio di Angelo Antonio Corigliano, 30 anni, camionista di Calabrò, ucciso a colpi di pistola in via Vittorio Emanuele, nei pressi di un bar a un mese di distanza dall’omicidio di Giuseppe Mesiano, 60 anni, panificatore e anch’egli di Calabrò. Un omicidio le cui fasi potrebbero essere state riprese dalle telecamere ubicate in quella zona di Mileto, immagini già acquisite dai carabinieri anche se è probabile che i killer non abbiano compiuto l’azione di fuoco a volto scoperto, o che a entrare in scena siano stati sicari stranieri assoldati da chi ha pianificato il delitto.

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