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Morte dopo trasfusione,
batterio killer nel sangue

Un killer invisibile in agguato in una sacca ematica. Una sacca di plasma che sarebbe stata utilizzata all’ospedale civile di Cosenza per una trasfusione. Sangue infetto, contaminato da un potente germe patogeno, che, in poche ore, sarebbe stato capace di divorare l’esistenza d’un settantantanovenne di Rende, tra il 3 e il 4 luglio scorsi. Una tesi sostenuta dai congiunti del paziente deceduto in una denuncia, carica di dolore e rabbia, presentata alla magistratura attraverso un pool di qualificati legali. Il capo dei pm cosentini, Dario Granieri, ha già disposto l’apertura di una inchiesta per omicidio colposo e epidemia, ordinando l’acquisizione della cartella clinica e del diario terapeutico all’“Annunziata”. Con la loro iniziativa, i familiari pretendono la verità e considerano questo desiderio di giustizia un dovere nei confronti del parente morto apparentemente senza un perchè. I loro sospetti sarebbero rafforzati dal contenuto della relazione del primario della divisione di Medicina generale “Valentini” del medesimo presidio. Il rapporto, contenuto nella cartella dello sfortunato settantanovenne, descrive l’infezione letale dalla quale «...sorge l’inquietante sospetto di altra sacca di sangue contaminato da germi patogeni e l’assoluta necessità di urgenti controlli e verifiche sulle procedure di approvvigionamento, confezionamento, trasporto e trasfusione di sangue nel nostro ospedale...».

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