L'emozione di due sposi che diventano mamma e papà, emozione durata lo spazio di poche ore perchè la neonata aveva bisogno di aiuto, ma, è quanto stabilito dal tribunale di Rossano, la pediatra intervenuta d'urgenza per curarla non solo non avrebbe diagnosticato la malattia, ma avrebbe lasciato la piccola senza assistenza, e peggio, avrebbe sbagliato la cura.Il medico è stato condannato a sei mesi di reclusione e al risarcimento in solido con l'azienda sanitaria provinciale del danno ai genitori. La sentenza, nella tarda serata di ieri nel palazzo di giustizia della città bizantina dove il giudice monocratico la dott.ssa De Vuono ha accolto la tesi accusatoria del pm Quaranta e dei difensori di parte civile glia vvocati Vincenzo Belvedere, Antonella falvo, Sussanna Cecere e Sergio Musacchio. Secondo quanto ricostruito nel corso del processo, in quella maledetta notte la pediatra, nonostante i chiari sintomi di sofferenza della bambina (cianosi sul viso e sulle estremità, insufficienza respiratoria il pianto di Lucia , il parto caratterizzato da una massiccia quantità di meconio di colore verde -bruno cosparso su tutto il corpicino) la professionista non si sarebbe accorta dell'insorgenza della Sindrome di Aspirazione Meconiale predisponendo solo l'ossigenazione mascherina e somministrazione di un antibiotico, avrebbe dovuto disporre esami ed analisi più approfondite per diagnosticare la malattia, avrebbe dovuto- secondo quanto accertato dal tribunale- stabilizzare Lucia (anche mediante intubazione) e trasferirla urgentemente presso il reparto dell'ospedale di Cosenza in quanto più attrezzato. (Ma l'ambulanza verso il nosocomio bruzio è partita soltanto tre ore e mezza , erano le due del mattino) troppo tardi per la bambina che ha smesso di piangere.Il tribunale ha stabilito infine che l'ostetrica non ha avuto nessuna responsabilità nella vicenda.