A distanza di oltre due mesi dal suo barbaro assassinio la salma di Fiorentine Boaru, la 19enne prostituta romena uccisa e buttata in un sacco in una discarica dal suo amante, Cosimo De Luca, un 41enne della zona, arrestato qualche giorno dopo, può finalmente ritornare in patria, nella sua città natale per ricevere una degna sepoltura. Per tutto questo tempo il corpo della giovane è rimasto nell’obitorio dell’ospedale di Rossano perché la famiglia non ha le possibilità economiche per affrontare le spese di trasporto. Per fortuna l’ufficio migrantes diocesano, venuto a conoscenza della situazione, si è subito mobilitato e attraverso la Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, è stato messo a disposizione un contributo economico per il rimpatrio della salma nel paese di origine. Il direttore dell’Ufficio Diocesano Migrantes, Giovanni Fortino, ha dichiarato: “è un segno, questo, dell’attenzione della chiesa rossanese e del vescovo Mons. Santo Marcianò verso un bisogno che va nel senso del rispetto della dignità di ogni persona umana, la quale ha diritto di essere rispettata anche dopo la morte”. “Per alcuni stranieri – ha aggiunto Raffaele Iaria dell’Ufficio Stampa della Fondazione Migrantes Cei - la tumulazione in patria conserva una grande importanza, rappresentando un ritorno ‘simbolico’ nella terra degli avi e delle proprie tradizioni, anche se questo desiderio è fonte per i familiari di notevoli complessità”. Ed è proprio per questo che la Migrantes ha costituito un fondo di aiuto per il rimpatrio salme. La morte improvvisa o per violenza di alcuni stranieri che sono soli in Italia pone il problema dell’informazione delle famiglie d’origine e spesso dell’aiuto, soprattutto per quanti compiono lavori occasionali o che hanno difficoltà economiche, sia per il rimpatrio delle salme che per una eventuale sepoltura in Italia.
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