Tanti i sindaci calabresi che stamani hanno protestato davanti a Montecitorio contro la Tares. Con loro e con il sindaco di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, promotore dell’iniziativa, anche il deputato cosentino del PD, Ernesto Magorno. La protesta è scaturita dalla clamorosa iniziativa di Manoccio, che provocatoriamente ha fatto affiggere nel suo comune un manifesto a lutto nel quale c’era scritto “Il Comune è morto all’età di 510 anni per assassinio premeditato. I sindaci hanno incontrato anche il capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati Roberto Speranza, il capogruppo del Pd nella Commissione Finanze, Marco Causi e il Segretario Generale dell'Anci , Angelo Rughetti. Da parte degli esponenti del Pd è giunta l’assicurazione del proseguo dell’impegno del partito, un impegno che ha contribuito all’ottenimento della proroga fino a dicembre , decisa successivamente. Anche l’ANCI ha confermato di voler continuare nella battaglia, intrapresa da tempo, sulle questioni poste dai sindaci riguardo a materie come Tares, IMU e patto di stabilità, nella direzione di un’ allentamento delle misure restrittive che gravano sugli enti locali a motivo delle politiche attuate negli ultimi anni dai governi che mano a mano si sono succeduti. “Credo che il grido di dolore lanciato oggi da Manoccio e dagli altri sindaci - ha dichiarato Magorno - debba essere raccolto da tutti perché la situazione in cui versano gli enti locali è oramai arrivata ai livelli della non sostenibilità. Su questa battaglia deve svilupparsi un impegno comune per far si che il Governo riveda la questione del patto di stabilità e riveda per come prevista l’applicazione di tributi iniquo che avrebbe un effetto dirompente per gli enti locali,per i cittadini e per le imprese”.
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