I tabulati, i primi riscontri e quello strano inquinamento del luogo dei delitti. È stata un’udienza intensa ieri mattina dinanzi alla Corte d’assise di Cosenza per il processo sulla strage di San Lorenzo. Il racconto di brutalità, morte e terrore che il 16 febbraio 2011 fece inorridire tutta Italia per la drammatica sorte toccata a Rosellina Indrieri, 45 anni, e a sua figlia Barbara, 25, entrambe massacrate a colpi di fucili a canne mozze e pistole calibro 9. Silas De Marco, figlio di Rosellina e fratello di Barbara, fu ferito ma non ucciso. Alla mattanza compiuta nella casa di San Lorenzo del Vallo in cui la famiglia viveva, sfuggì miracolosamente Gaetano De Marco, 54 anni che al momento dell'irruzione dei killer dormiva, stordito dai fumi dell’alcol, in un’altra stanza. Ma la sua sorte era comunque segnata. Un paio di mesi dopo, il 7 aprile, cadde sotto i colpi dei killer che lo freddarono mentre era alla guida della sua auto lungo la strada che lega San Lorenzo del Vallo a Spezzano Albanese.
Caricamento commenti
Commenta la notizia