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Lui, lei e l’altra:
il triangolo finito
in tribunale

Nel gennaio del 2010 il marito della signora imputata compì un viaggio di lavoro con quella donna conturbante. Al ritorno sarebbe accaduto qualcosa di imbarazzante: la coppietta si sarebbe fermata nell’auto di lei, dalle parti di corso Calabria e, secondo l’imputata, i due si sarebbero dati un bacio appassionato, sotto gli occhi della moglie tradita. Un episodio che avrebbe dato la stura a un duro confronto verbale condito da epiteti, ingiurie e gravi offese personali. Frasi per così dire poco signorili più volte richiamate durante le fasi del procedimento. In giudizio, però, la presunta amante si è sempre difesa, rilevando l’insussistenza della storia amorosa, rigettando ogni accusa formulata a suo carico e rincarando la dose di accuse per la sua presunta rivale. Ipotesi chiaramente contrapposte che hanno visto il Giudice di pace riconoscere, alla fine di una lunga e meticolosa attività di prova, l’insussistenza del capo di imputazione ascritto a carico della moglie dell’uomo conteso. E così, su richiesta dell’avvocato Ugo Anelo, l’imputata è stata assolta «perché il fatto non sussiste ».

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