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Cattaneo a cena con i boss

giustizia

Alessandro Cattaneo, l'ormai ex 'formattatore' del Pdl e presidente facente funzione dell'Anci, prima di essere eletto nel 2009 sindaco di Pavia, a 30 anni, ha "partecipato" ad "aperitivi e cene" organizzati dal 'capo dei capi' della 'ndrangheta in Lombardia, Giuseppe 'Pinò Neri. Lo scrivono i giudici di Milano nelle motivazioni della sentenza 'Infinito' con cui, lo scorso dicembre, sono state inflitte 41 condanne (18 anni per Neri) a seguito della maxi-inchiesta della Dda di Milano, guidata da Ilda Boccassini, che nel luglio del 2010 colpì le cosche della mafia calabrese infiltrate nella regione. Motivazioni di oltre 1400 pagine, depositate ieri, in cui il collegio dell'ottava sezione penale (giudici Balzarotti - Greco - Speretta) ricostruiscono 'passo passo' come "negli ultimi 15 anni la 'ndrangheta lombarda si e' evoluta dal punto di vista criminale (...) estendendo il proprio raggio d'azione anche ad ambiziosi progetti di controllo di attività economiche ed imprenditoriali, ampliando i propri rapporti con pubblici funzionari (...) divenendo interlocutore appetibile per garantirsi voti in occasione di competizioni elettorali". Ed è proprio quest'ultima parte la più 'dura' della sentenza, perché dà conto per 'filo e per segno' di tutti i presunti rapporti e contatti, in vista di diverse elezioni regionali e locali, tra mafia calabrese e politica in Lombardia. Ed è parlando della "competizione elettorale dell'anno 2009 per il rinnovo del consiglio comunale della città di Pavia" che i giudici chiariscono che 'Pino' Neri - con uno studio da consulente tributario ma, secondo l'accusa, a capo della 'Lombarda', la 'cupola' della 'ndrangheta al nord - fa raccolta di voti. ''Si spende - scrivono - per l'elezione di Del Prete Rocco Francesco, candidato nella lista denominata Rinnovare Pavia, che sosteneva la candidatura a Sindaco di Alessandro Cattaneo, di area Pdl". Secondo i giudici, il "coinvolgimento diretto di Neri" in quella "campagna elettorale" era stato "molto attivo e lo aveva portato in prima persona, ad organizzare aperitivi e cene in casa propria e presso lo studio in piazza della Vittoria, alle quali aveva partecipato anche il futuro sindaco Alessandro Cattaneo". Il 'primo cittadino', "eletto nel 2009 con il sostegno della lista Rinnovare Pavia, della quale faceva parte il candidato fatto votare da Neri", è stato anche sentito come teste nel processo e "non ha potuto negare", spiegano i giudici, "di avere partecipato a due eventi organizzati in campagna elettorale proprio da Pino Neri (...) ha anche aggiunto di avere conosciuto l'imputato in quelle occasioni e di non sapere alcunché sul suo conto". Secondo il collegio, ad ogni modo, "decisamente scarso è stato il contributo dichiarativo", come testi in aula, "di tutti i protagonisti delle vicende politico-elettorali esaminati in dibattimento". Nelle motivazioni, infatti, si ripercorrano anche tutti i presunti contatti tra l'ex direttore della Asl di Pavia, Carlo Chiriaco - condannato a 13 anni e ritenuto il "trait d'union" tra cosche e politica lombarda - e due persone in quota Pdl: l'ex deputato Giancarlo Abelli e l'ex consigliere regionale Angelo Giammario. Tuttavia, da tutti i testimoni-politici sentiti in aula, scrive il collegio, non sono arrivate parole "utili per l'accertamento della verità". Dalle carte della sentenza, tra l'altro, era già emersa ieri un'intercettazione del 2004 nella quale Chiriaco diceva "faccio un evento per Mario Mauro a Milano", riferendosi all'attuale Ministro della Difesa, all'epoca deputato europeo. Altri passaggi, invece, sono dedicati a un imprenditore comasco, Ivano Perego della Perego Strade, condannato a 12 anni per associazione mafiosa: era in contatto, secondo i giudici, con Emilio Santomauro, all'epoca consigliere comunale di Milano, e con l'allora assessore regionale Massimo Ponzoni. (ANSA).

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