“Si interrompa subito la gogna mediatica alla quale, insieme alla città di Corigliano, in questi ultimi giorni, è stata sottoposta tutta l’area urbana e l’intera Calabria”. A chiederlo il consigliere regionale Giuseppe Caputo, che definisce “intollerabile il tentativo di linciaggio” scatenatosi come spesso avviene in vicende del genere. “I gravissimi fatti di cronaca che hanno toccato e colpito profondamente la sensibilità dei coriglianesi e di tutto il territorio – afferma - sono purtroppo diventati carne da macello del solito, e spesso mediocre, spettacolo televisivo nostrano. Con il prevedibile risultato, irresponsabile se in buona fede, vergognoso se costruito ad arte, di mettere all’indice un’intera e importante comunità, quella di Corigliano, trattata come emblema di chissà quale enclave sottosviluppata del paese. L’uccisione, tristissima, della sedicenne Fabiana ed il dramma profondo nel quale è stata di fatto scaraventata la stessa famiglia del coetaneo Davide, avrebbero dovuto indurre tutti, media in primis, ad una riflessione più approfondita e meno roboante di quanto accaduto a Corigliano, analogamente a quanto accaduto, se non di peggio, in altrettante località italiane, dall’estremo nord ovest e dall’estremo nord est, al centro, al sud ed all’isole. Senza nessuna differenza, né in termini di gravità, né in termini di frequenza o, addirittura, di inventata propensione criminogena o al femminidicio, così come si legge e si sente dire da troppo tempo”. Il consigliere regionale dell’alto jonio cosentino richiama la riflessione del vescovo di Rossano-Corigliano, mons. Santo Marcianò “Questa tragedia, che ha sconvolto ognuno di noi, non nasce certo dall’arretratezza di un luogo del Sud Italia che prevarica la donna ma, assieme alle tragedie di tante altre donne, nasce forse dalla povertà e dall’aridità del nostro tempo”. Si cali dunque e subito il sipario sul gioco giornalistico dell’orrore a buon mercato e sulla criminalizzazione mediatica dei territori e ci si confronti, a testa alta – conclude Caputo - sulla vera crisi di valori, prima ancora di quella economica, che sta coinvolgendo da anni tutta la nostra nazione.
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