“Una storia come questa potrebbe essere accaduta in qualsiasi altro posto d’Italia. Trovo assolutamente razzista e aberrante che si possa parlare in questa vicenda di specificità calabrese”. A sostenerlo Renate Siebert, sociologa tedesca, allieva di Tedor W Adorno, docente all’Unical e da 40 anni residente in Calabria, replicando alle tesi sostenute da Francesca Chaouqui, manager di una multinazionale, nella lettera pubblicata dal Corriere della Sera, nella quale dopo aver precisato di essere nata in un paese vicino a Corigliano Calabro, e di aver scelto di vivere e lavorare fuori regione, parla, per quanto riguarda l’assassinio di Fabiana, di “visione maschilista predominante in questa regione nonostante la Calabria – scrive – sia una terra patriarcale” e definisce il rapporto uomo-donna come un “binomio di mondi paralleli che non si trovano mai” oltre che di tabù e retaggi ancestrali. “Per come conosco la Calabria – afferma la Siebert – devo dedurre che chi sostiene questa tesi è sostanzialmente razzista. Per questo non condivido che si possa parlare di specificità calabrese”.
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