Da una informativa che i carabinieri della Compagnia di Rende, guidati dal capitano Luigi Miele, hanno inviato al procuratore Dario Granieri affiora una rapina da incubo subita da una trentatreenne il primo maggio. Quella notte, la giovane donna tornava a casa, alla guida della sua auto. Erano le due e in giro c’erano ancora tante auto di gente. Improvvisamente dal buio sbucava una vettura che prima raggiungeva l’auto della donna, poi l’affiancava e, infine, dopo averla superata si metteva di traverso sulla carreggiata. Alla guida c’era un uomo con la barba scura, mentre un altro, più giovane, alto e con i capelli chiari e rasati, scendeva e si dirigeva verso la donna già prigioniera d’un incubo: «Stai ferma qui, è meglio per te». L’accento sembrava quello tipico delle popolazioni dell’Est europeo. I due le portavano via la borsetta con sessanta euro non prima d’averla malmenata solo per aver chiesto la restituzione dei documenti.