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Dal colle dei misteri
sparisce il corpo
di reato

Ci sono luci che si accendono improvvisamente nei cieli, sfere infuocate che galleggiano in aria prima di schiantarsi al suolo e provocare incendi, e grandi ciambelle che sorvolano lo Ionio e spariscono dietro i monti della Sila. Droni spia? Sonde? Lanterne cinesi? Qualcuno comincia ad avere dubbi sulle frettolose ipotesi allargate sui tavoli del dibattito per liquidare quello che, spesso, non si riesce a giustificare. I rapporti su singolari avvistamenti si moltiplicano. I centralini delle forze dell’ordine e quelli del Centro ufologico nazionale continuano a ricevere segnalazioni e sfoghi di chi si trova ad assistere a insoliti spettacoli. L’ultimo giallo è quello che è affiorato domenica sera, da contrada Piccolo di San Giorgio Albanese. Ci sono tre persone che sostengono d’aver visto, poco dopo le 19.40, un oggetto illuminato a sei spigoli attraversare tutta la vallata prima di precipitare sul colle e dar fuoco alla vegetazione spontanea mista a macchia mediterranea. Uno dei testimoni oculari, «un imprenditore, persona seria che dà damangiare a una ventina di famiglie», come lo descrivono sul posto, ha fotografato quella strana aeronave prima che scatenasse l’inferno cadendo al suolo. Tre scatti assai suggestivi che sono stati acquisiti dai carabinieri di Corigliano per gli atti relativi. Non c’è inchiesta giudiziaria al momento anche perchè i circa due ettari di terreno percorsi dal fuoco sono di un imprenditore del posto che non ha ancora presentato esposti contro ignoti. Al colle dei misteri s’accede da un grande cancello che si spalanca nella proprietà privata dell’operatore economico, molto conosciuto. Un luogo che, per tutta la notte, è stato presidiato da carabinieri e vigili del fuoco per evitare intrusioni prima del sopralluogo mattutino. E quando il sole si leva su contrada Piccolo, l’odore acre del fuoco impesta ancora l’aria. Di primo mattino i tecnici esplorano ogni angolo di quell’immenso tappeto nero di tizzoni ormai spenti. Cercano prove sul luogo del probabile innesco ma, almeno ufficialmente, non trovano nulla. E neppure la radioattività della zona sarebbe stata modificata. I valori risultano al di sotto della soglia di sicurezza. Un dato confermato di primo pomeriggio anche dagli esperti del Cun che non hanno riscontrato anomalie nemmeno nei campi elettromagnetici che attraversano quei luoghi. Dalla perizia dei “cacciatori di Ufo” emergono, però, dati relativi al vento che domenica sera spazzava quella zona del Coriglianese, in direzione Sud-Est a una velocità di circa 30-35 km orari. Dati che offrono la proiezione di «una corrente discendente in corrispondenza del rilievo opposto a quello indagato che confermerebbe l’effetto planata dell’oggetto dovuto all’effetto “onda montana”. La condizione della scia osservata dai testi oculari contrasterebbe con la presenza d’una lanterna luminosa. Nessun segno d’impatto per cui è pensabile che l’accensione della vegetazione sia stata causata da un oggetto di scarso peso. Possibile l’accensione dovuta a una lanterna luminosa con i seguenti dubbi: nessun resto visibile relativo alla struttura portante; le dimensione delle lanterne (costo di 1,5- 2 euro) m. 1 -1,20 di altezza per 80 cm. di larghezza); la struttura di fil di ferro alla base. Potrebbe trattarsi di una lenterna del tipo, con i dubbi dell’assenza dei resti e della documentazione fotografica ». Dunque, il mistero, per adesso, non può essere ancora mandato in archivio. Restano zone d’ombre da investigare e, soprattutto, c’è un “corpo di reato” che non si trova e che nessuno sembra aver notato in mezzo alle macerie prodotte dal fuoco. Uno dei testimoni ascoltati dai carabinieri ha raccontato d’aver visto quell’oggetto luminoso sorvolare a bassa quota le sue proprietà spaventando le galline nell’aia. È un pensionato, uno che nella sua vita ne ha viste davvero tante «ma una cosa come quella di domenica sera confesso che mi mancava». Sulla vicenda, le istituzioni mantengono il “classico” riserbo in attesa di interpretare l’oggetto dalle fotografie scattate da un dei testi oculari. Foto che faranno, poi, parte del “solito” fascicolo riservato che si prepara a finire in archivio, probabilmente, senza aver svelato tutto quello che realmente è accaduto in contrada Piccolo domenica sera. Lo Ionio resta la storica zona d’interesse degli ufologi e degli studiosi del mistero. Il 7 maggio, intorno alle 20.10, il signor Mario F., di Rossano, è stato testimone d’uno strano avvistamento. «Mi trovavo in viale De Rosis, allo Scalo. Era quasi buio. All’improvviso ho notato in cielo un oggetto che si muoveva ed era a forma di ciambella. Ruotava attorno al proprio asse e quando si metteva in verticale si notava il buco centrale. Sembrava quasi brandeggiare. Inizialmente, ho pensato a una di quelle sonde utilizzate per le previsioni meteorologiche. Ma, poi, è successo un fatto strano. Quello strano velivolo ha cominciato a muoversi in direzione orizzontale e, improvvisamente, s’è illuminato. Sulla circonferenza si sono accesi dei fari molto luminosi e ha cominciato ad alzarsi. Almeno cinque o sei le luci che rischiaravano nitidamente il cielo buio. Io ho provato a richiamare l’attenzione di alcuni passanti, senza tuttavia riuscirci. L’oggetto sembrava abbastanza grande, forse aveva un diametro di una decina di metri. Era grigio, grigio e molto luminoso. Poi, a un certo punto s’è allontanato più velocemente verso i monti di Crosia ed è sparito». Una segnalazione è arrivata anche da un professionista che giovedì sera, poco prima della mezzanotte stava percorrendo la carreggiata settentrionale dell’A3. È Massimiliano P. a raccontare l’insolito fenomeno di cui è stato testimone. «Alla guida della mia auto stavo percorrendo il tratto compreso tra gli svincoli di Spezzano Terme e Altomonte, quando, improvvisamente, nel cielo nero è comparso un puntino luminoso. Sembrava una stella e lì per lì non ci ho fatto nemmeno troppo caso. Poi, però, quella stella s’è igrossata improvvisamente fino a diventare grande quanto la luna. Poi s’è ritretto tornando alle dimensioni d’un punto di luce. Quindi, dopo qualche secondo, di nuovo grande. Io, allora, ho fermato la vettura in una piazzola di sosta per osservare con maggiore attenzione il fenomeno. Che non s’è ripetuto».

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