Pompeo Panaro sparì per lupara bianca il 28 luglio del 1982. L’inchiesta riparte dai resti della vittima che vennero restituiti a un fratello dell’ucciso con atto formale firmato dal sostituto procuratore della Repubblica dell’epoca, Luigi Belvedere, il 10 febbraio del 1984. L’atto reca il numero 1297/82 R.G. e fa parte del fascicolo relativo all’omicidio che la polizia istruì dopo la denuncia di sparizione. Con le parti di scheletro dell’ucciso furono pure consegnati una scarpa e dei frammenti di pantalone dello stesso colore di quello che l’uomo indossava al momento della scomparsa. Nessuno, tutt’oggi, sa però che fine abbiano poi fatto i resti di questa vittima dimenticata della ‘ndrangheta. Paolo Panaro, figlio del commerciante ucciso, ha chiesto alla magistratura d’intervenire. L’ha fatto con un esposto, convinto che i resti del padre siano nascosti dietro una lapide anonima collocata in una cappella del cimitero di Paola. Sarà da lì che il pm antimafia Bruni, d’accordo con il procuratore capo Antonio Vincenzo Lombardo, comincerà a cercare la verità.