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L’omicida seriale di
giovani prostitute

Sinistre analogie. E l’ombra d’un “predatore”. Di un assassino seriale. Un “cacciatore” di prostitute come lo era il veneto Giancarlo Stevanin. È solo una ipotesi agghiacciante. Una ipotesi da non sottovalutare. La donna trovata l’altra sera cadavere avvolta in un telo di plastica alla periferia di Rossano è la seconda vittima lasciata a marcire a due passi da un fiume. Il corpo di un’altra donna, il 16 dicembre del 2010, venne scoperto sull’arenile di Sibari alla foce del fiume “Stombi”. Era una straniera che affiorava appena dalla sabbia sotto cui era stata sepolta. Una donna giovane, non ancora trentenne, seminuda e con un’ampia ferita al cranio provocata da un corpo contundente. Era rimasta con gli slip e un pezzo di reggiseno e presentava dei tagli sul resto del corpo. Qualcuno l’aveva assassinata almeno dieci giorni prima. Ma in un luogo diverso. La vittima, di origine romena, risiedeva in un paesino del Rossanese e, quindi, era stata ammazzata forse durante un tentativo di amplesso eppoi trasportata fino al luogo della improvvisata sepoltura. La sua morte è rimasta un mistero insoluto. Un “giallo” adesso destinato a essere rivisitato. La donna ritrovata martedì sera sul greto del torrente “Colognati” ha infatti meno di trent’anni e, come quella rinvenuta alla foce dello “Stombi”, è stata ammazzata in un posto diverso e con un colpo al cranio sferrato brandendo un oggetto contundente. Non solo: come la precedente vittima presenta ferite da arma da taglio lungo il corpo, ha il medesimo colore di capelli e viveva presumibilmente nella stessa area geografica della romena uccisa tre anni fa. E come lei è stata abbandonata seminuda. È presto per dire che si tratti di due delitti compiuti dalla stessa feroce mano anche se troppi particolari appaiono sovrapponibili. Le due vittime hanno poi in comune, oltre alla morte violenta, un’altra cosa: nessuno ne ha denunciato la scomparsa. Sebbene fossero sparite da più giorni non è mai giunta, infatti, alle forze di polizia alcuna segnalazione che ne indicasse l’assenza sospetta. La loro storia ricorda quella di un’altra ragazza straniera, rimasta senza nome, trovata cadavere nell’aprile del 1999 a breve distanza da un fiumiciattolo, a Belvedere Marittimo. Pure lei era stata colpita alla testa e lasciata seminuda. Pure di lei nessuno aveva segnalato la scomparsa. Le similitudini appaiono inquietanti. Andiamo alle indagini. Il procuratore capo di Rossano, Leonardo Leone de Castris, ha incaricato il medico legale di Bari, Francesco Introna, di esaminare il corpo dell’ultima vittima. I carabinieri del colonnello Francesco Ferace stanno invece setacciando il sottobosco della prostituzione. È lì che l’omicida potrebbe aver intrappolato le sue “prede”

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