La fuga dal mondo di un padre e delle sue due figlie è cominciata venerdì, da Trapani. Non è ancora buio quando il cinquanduenne Michele si presenta a casa della suocera per salutare le sue ragazze. Antonella e Veronica (i nomi non sono quelli veri, ndr) vivono con la nonna da quando la madre non c’è più. Così aveva stabilito un giudice. L’uomo, però, non le ha dimenticate, nonostante quel male oscuro che sembra mangiarsi con la sua mente anche i suoi ricordi. Soffre, soffre tanto d’una patologia psichiatrica. E forse proprio la sua malattia lo ha spinto a mettersi nei guai. Ha parlato con le figlie che hanno 14 e 18 anni e le ha convinte a salire sulla sua Citroen per un giro. Sono sparite così le due ragazze per quasi 36 ore, in mezzo alle campagne della Sicilia più lontana. La nonna ha immediatamente denunciato la scomparsa delle nipoti. «Aveva paura che facesse come Tullio Brigida nel 1994, l’uomo che assassinò i suoi tre figli dopo averli portati in vacanza», si è lasciato sfuggire un investigatore. La polizia comincia a cercare quella vettura in mezzo alla campagna. Gli agenti inseguono Michele e le sue figlie. Li cercano. Cercano ombre. Ombre sfumate che si allontanano in fretta dalla Sicilia. La nonna è a casa, stringe tra le mani una vecchia coroncina del Rosario e, intanto, aspetta un segnale. Aspetta una telefonata da Veronica e Antonella. La prima notte senza di loro è stata un inferno. Ha chiamato spesso il “113” anche solo per un conforto ma gl’investigatori non le hanno saputo fornire certezze. Michele, intanto, riesce a superare la rete dei controlli e arriva a Messina. Da lì s’imbarca per il continente. Guida, parla con Antonella e Veronica. Probabilmente non vuole il loro male ma rivendica quella paternità che il Tribunale gli ha negato. Da Trapani, intanto, la polizia dirama la nota di ricerca. Vettura e numero di targa finiscono sui terminali delle centinaia di migliaia di pattuglie in servizio su tutto il territorio nazionale. Nella caccia all’uomo vengono utilizzate sofisticate tecnologie che consentono di ricostruire il percorso della vettura. Sabato sera, la centrale operativa della Polstrada di Cosenza Nord localizza la vettura in transito nel tratto cosentino. Il comandante Antonio Provenzano organizza la trappola muovendo con astuzia le pedine sullo scacchiere della carreggiata settentrionale della Salerno-Reggio Calabria. E nel tratto che lega gli svincoli di Rende e Montalto i poliziotti si muovono, intercettano l’auto e la fermano come per un normale controllo. L’uomo viene affidato ai medici per un trattamento sanitario obbligatorio mentre le ragazze, digiune ormai da ore, trovano sollievo in un ristorante prima d’essere scortate fino a Trapani dove hanno riabbracciato la nonna.
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