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Roberto Occhiuto è
fuori dal parlamento

roberto occhiuto

L’arrivederci di Roberto Occhiuto: «Da oggi (ieri, ndr) non sono più parlamentare. Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, ha scelto infatti di optare per il seggio in Calabria. Ringrazio di cuore gli elettori e tutti gli amici che mi hanno sostenuto. Continuerò il mio impegno nel partito e in politica, perché non abbandono il campo né quelli che credono in me». Poche parole, postate sulla sua pagina di Facebook ieri sera. Così l’ormai ex deputato ha comunicato la decisione che non avrebbe mai voluto comunicare ma che nelle ultime ore, dopo la sicurezza dei primi giorni, si capiva stesse diventando sempre più concreta. Nessuno diceva più di tanto, però emergeva da mezze parole, telefoni che squillavano a vuoto, strani documenti e molto altro. Ai suoi stretti collaboratori continuava a mostrare ottimismo, ma s’intuiva che l’aria era cambiata, nonostante la regola prevista dal consiglio nazionale del partito che stabiliva, in caso di doppia elezione, di favorire la regione in cui il partito avesse raggiunto la percentuale migliore. In questo caso, forte del 4,9% calabrese rispetto al 2,5 pugliese, Occhiuto non avrebbe avuto problemi contro il sindaco di San Marco in Lamis, Angelo Cera, anch’egli deputato uscente, numero due della lista in Puglia. Ma la crisi dell’Udc ha reso possibile anche questa palese violazione d’una regola interna appena decisa. Secondo molti Occhiuto ha pagato lo stretto rapporto con Pierferdinando Casini che non va proprio d’amore e d’accordo con Lorenzo Cesa. Al quale è invece molto vicino Angelo Cera. Le strade dei due leader appaiono sempre più divise, con l’ex presidente della Camera che sembra avviato a stringere coi montiani pure in vista d’un prossimo ritorno al voto. Cesa, invece, dovrebbe restare alla guida dell’Udc che, eliminato Pierferdi, potrebbe fare cadere il veto su Berlusconi riavvicinandosi al centrodestra. Nessuno lo confermerà, ma in questa dualità si rispecchia anche la doppia anima dello scudo crociato calabro, coi Trematerra più sbilanciati verso il centrodestra e gli Occhiuto che invece guardano con simpatia al centrosinistra. Ieri il segretario regionale Gino Trematerra, assieme ai cinque referenti provinciali, aveva vergato una strana nota a sostegno della conferma di Occhiuto a Montecitorio. Nei confronti del deputato uscente l’europarlamentare aveva avuto parole di miele anche nei giorni scorsi, sentito dalla “Gazzetta”. Epperò aveva incuneato i primi dubbi nelle certezze di Occhiuto, citando il ricorso formalizzato dal Centro democratico per l’assegnazione di sei seggi in tutta Italia, tra cui proprio quello pugliese dell’Udc. Ma questa è solo una motivazione di facciata, anche se probabilmente sarà quella ufficiale, perché la Cassazione ha già respinto l’istanza di Tabacci. C’è dell’altro all’origine della decisione che fa perdere un altro parlamentare alla città e alla Calabria, indebolisce il sindaco di Cosenza, lascia ai due Trematerra gli incarichi istituzionali e politici più importanti: Gino europarlamentare e segretario calabrese, Michele assessore regionale. Agli Occhiuto resta solo Palazzo dei Bruzi. Ci sarebbe il posto lasciato libero da Stillitani a Catanzaro...

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