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Rifiuti, la Calabria
in piena crisi

L’emergenza senza fine. Da qualunque lato lo si guardi, il problema rifiuti in Calabria resta ben oltre la soglia d’allarme. E più di 16 anni dopo l’inizio del commissariamento, l’ormai imminente passaggio di consegne alla Regione non giungerà affatto a conclusione dell’iter emergenziale. I segnali allarmanti sono più d’uno: ancora oggi il sistema si regge su un equilibrio fragilissimo, con pochi spiragli in prospettiva e mille variabili che rischiano di far sprofondare le città sotto i rifiuti. La questione non riguarda solo l’ufficio del commissario, solo la Regione o solo gli Enti locali: è il sistema complessivo che, fra carenza cronica di strutture, raccolta differenziata al minimo e problemi economici, fa acqua da tutte le parti. Per stamattina i sindaci della provincia di Catanzaro si sono autoconvocati nella sede del commissario, con l’obiettivo dichiarato di chiedere soluzioni ad un problema locale che, però, ha riflessi sul sistema regionale. Sotto i riflettori c’è la discarica di Pianopoli, il sito privato che a tutt’oggi rappresenta la principale valvola di sfogo per l’intera Calabria. Nel sito alle porte di Lamezia Terme si conferisce attualmente dal Reggino e dal Cosentino, oltre che dalla provincia del capoluogo che smaltisce il sovvallo prodotto negli impianti di trattamento annessi all’attualmente inutilizzabile discarica di Alli. Un “imbuto”, quello di Pianopoli, destinato inevitabilmente a penalizzare qualcuno, in questo caso i comuni della provincia catanzarese i cui autocompattatori sono costretti ad attese infinite prima di poter scaricare. D’altra parte spostare la priorità dai rifiuti di una provincia a quelli di un’altra significa creare disagi a qualcuno. E allora si continua a navigare a vista, fra ordinanze del commissario, proteste dei sindaci e lamentele da parte della società che gestisce la discarica, la Daneco, la quale avanzerebbe pagamenti per circa 16 milioni di euro. Il pericolo è innescare l’ennesima guerra tra poveri, cioè tra Comuni alla prese con problemi generati da un sistema quantomeno incerottato nel quale la discarica di Melicuccà - destinata a dare risposte alla provincia di Reggio - resta sottoposta a sequestro giudiziario e pure l’invio della spazzatura fuori regione rischia di bloccarsi a causa della mancanza di fondi. Una prospettiva, quest’ultima, che nell’immediato creerebbe enormi difficoltà visto che attualmente - per tamponare la carenza d’impianti in Calabria - vengono inviate in Puglia circa 500 tonnellate di rifiuti provenienti da Crotone, Alli, Lamezia e Rossano. Nel giro di un mese, secondo quanto trapelato dall’ufficio del commissario, potrebbe riaprire la discarica di Alli, a Catanzaro. Restano da completare i lavori di messa in sicurezza, in attesa dell’ampliamento vero e proprio, ma il confronto sulla gestione è già aperto da settimane: il sindaco del capoluogo, Sergio Abramo, si è messo “alla guida” di una cinquantina di colleghi della provincia per la costituzione di un consorzio al quale affidare direttamente gli impianti. Se ne parlerà nei dettagli con la Regione, una volta formalizzato il passaggio di consegne dall’ufficio del commissario. Mancanza di strutture (discariche ma soprattutto impianti tecnologicamente avanzati) s’intrecciano inevitabilmente con la carenza di fondi nell’emergenza cronica calabrese. Le casse del commissario, come ribadito più volte negli ultimi tempi, sono letteralmente a secco. Oltre duecento i Comuni morosi, per un importo che, al 31 dicembre del 2011, s’aggira sui 150 milioni di euro. La Regione negli ultimi mesi, per evitare il blocco totale, ha anticipato 8 milioni, ma le somme non bastano perché gli stessi gestori non possono pagare i dipendenti né gli autotrasportatori, rischiando quindi il collasso generale. E la stessa Regione, in vista del passaggio di consegne, ha già messo in mora gli stessi Comune. «L’iniziativa mira fra l’altro – spiegava l’assessore Francesco Pugliano in un comunicato stampa – a far conoscere ai calabresi le cause che hanno messo in crisi il sistema dei rifiuti negli ultimi mesi in forma più accentuata e pericolosa per la salute dei cittadini. E la situazione potrebbe aggravarsi nei prossimi giorni». Una chiosa che rischia di diventare profetica con l’approssimarsi dell’estate...

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