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Non pago pizzo a Stato
commerciante si ribella

“Io non pago il pizzo allo Stato”. Questo il cartello esposto insieme al registratore di cassa da un negoziante di Montalto Uffugo (CS) fuori dal suo esercizio commerciale in segno di protesta contro un fisco diventato insostenibile, una crisi che morde ogni giorno di più e una malaburocrazia che complica maledettamente il tutto. Roberto Corsi, ha creato con grandi sacrifici la sua attività commerciale, ama il suo lavoro e vuole continuare a farlo, ma ci dice “in questo momento non sono più in grado di togliere neanche un centesimo per il fisco. Costi di gestione, tasse e pochi incassi. Ho deciso di dire basta a quello che ritengo un ‘pizzo’ dello stato. Chiedo a tutti i politici che devono portare la nave Italia al sicuro di impegnarsi e fare presto perché loro sono a bordo, i miei figli in acqua. Non posso pagare le tasse perché dovrei sottrarre il cibo ai miei figli. Non chiedo aiuto, voglio solo continuare a lavorare. Non minaccio gesti eclatanti, non minaccio il suicidio. Voglio che si rendano conto che io sono costretto a non pagare. Voglio che il fisco la smetta di violentarmi. Quando andiamo dal commercialista è come se ci trovassimo di fronte alle slot machines: rosso, bianco, verde. Devi fare le cose per essere ‘congruo’ , altrimenti ti arriva l’accertamento; devi continuare a pagare le tasse sulle giacenze di negozio e non puoi neanche darle in beneficenze. E’ un meccanismo infernale”. 

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