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Banditi senza pietà,
anziane nel mirino

belvedere anziane rapinate

La tecnica è sempre la stessa. Sopralluoghi sul posto da colpire, soprattutto obiettivi mirati. E come sempre a soffrirne sono sempre le fasce più sensibili, in questo caso gli anziani. La banda dei furti “mordi e fuggi” ha colpito ancora una volta. Questa volta a finire nelle grinfie dei rapinatori sono state due sorelle di 85 e 87 anni. Teatro dell’ultimo fattaccio località Castagne, una zona montana e impervia al confine con Sant’Agata d’Esaro. I ladri hanno raggiunto la casa delle donne poco dopo le 19 e, dopo aver guadagnato l’entrata, hanno avuto il sopravvento sulle due anziane. Dopo averle legate e imbavagliate ad una sedia, i rapinatori hanno fatto razzia del denaro che era presente in casa e dei gioielli. Il bottino si aggirerebbe attorno ai due mila euro. Le anziane sorelle, dopo essersi riuscite a liberare, solo parecchio tempo dopo (attorno alla mezzanotte) hanno raggiunto faticosamente una abitazione che si trova nelle vicinanze e a dare l’allarme. Nella notte i carabinieri della Stazione e i militari del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia carabinieri di Scalea hanno raggiunto l’abitazione delle due anziane. E hanno raccolto una serie di indizi che potrebbero presto portare ad identificare i rapinatori. Un nuovo fatto di cronaca, insomma, particolarmente inquietante che si va a legare agli altri avvenuti nel medio e alto Tirreno cosentino. Meno di dieci giorni che un’altra coppia di anziani era stata presa di mira a Sangineto. Anche in quel caso i ladri, dopo essere riusciti ad entrare in casa e a immobilizzare i coniugi, avevano portato via soldi e qualche gioiello. Una escalation criminale che sembra non trovare fine. E le forze dell’ordine possono fare ben poco se manca il supporto della comunità, indirizzata più verso l’omertà che a segnalare qualche sospetto. Fatti simili sono ormai all’ordine del giorno. Non c’è coppia di anziani ormai o abitazione, soprattutto se in una zona isolata, che non possa essere presa di mira dai ladri. Nessuno può ormai dormire sonni tranquilli. Il pericolo di trovarsi in casa qualche ladro o malintenzionato è un dato di fatto reale. E la gente ha paura, tanta paura. Soprattutto dall’indomani dell’omicidio di Iolanda Nocito, cui ancora non è stato dato un volto all’assassino o agli assassini. Il grave fatto di cronaca avvenne il 4 gennaio. L’anziana donna, 81 anni, venne trovata morta dal figlio parroco, don Marcello Riente, dopo che lo stesso aveva appena celebrato un funerale nella sua parrocchia di contrada Laise. Appena entrato in casa, in via Giustino Fortunato, rinvenne la madre stesa per terra in un lago di sangue. Macchie di liquido ematico ovunque: nel corridoio, sui muri. E per la casa. Tanto, troppo sangue. Le urla del parroco avevano attirato l’attenzione dei vicini che erano subito accorsi sul posto. La donna era morta per le botte ricevute: lo sfondamento della cassa toracica e per gli stenti patiti. Un luogo del delitto certamente contaminato, cui gli uomini del Ris avevano cercato di limitarne i danni.

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