Gli arresti degli ultimi tempi hanno riguardato molto spesso cittadini stranieri presenti in città in occasione della campagna agrumaria che risultano “impiegati” proprio come braccianti agricoli. Il dato “allarmante” è che questi stranieri molto spesso sono stati arrestati dai Carabinieri perché resisi responsabili di furti e furtarelli vari. Molto spesso quando sono stati identificati alcuni di questi stranieri non risulta avere un contratto di locazione e quindi risulta sprovvisto di una abitazione. All’occhio salta molto spesso che questi cittadini continuano a lavorare in nero su questo territorio ma che molto spesso chi li sfrutta non regolarizzandoli arriva addirittura a non pagarli proprio. Non certamente una giustificazione alla commissione del reato di furto in appartamento certamente ma sintomo che il fenomeno da anni «in pieno stato emergenziale » dello sfruttamento dei lavoratori stagionali è stato sottovalutato ed è certamente di difficile contenimento. Ardua è anche la gestione vera e propria dell’arrivo degli stranieri in città in cerca di lavoro nei campi. Nonostante le ultime inchieste e operazione di polizia giudiziaria abbiano messo in chiaro una serie di truffe ben consolidate che vedono “falsi braccianti” godere, grazie alla compiacenza di faccendieri della politica e colletti bianchi, delle indennità di malattia, disoccupazione e maternità ai danni dell’Inps e dei contribuenti tutti. Mentre il frutto della terra le famose “clementine” vengono raccolte da braccia e mani stranieri molto spesso non regolari, a nero e completamente sottopagati. Nella Piana di Sibari, per come racconta qualche stranieri avvicinato nei pressi di uno dei tanti “alloggi di fortuna” una vera e propria baraccopoli, il fenomeno del caporalato, nonostante sia stato introdotto come reato punibile penalmente, esiste eccome da queste parti. I braccianti stranieri utili per la raccolta di arance e clementine vengono ancora reclutati a bordo delle “campagnole” all’alba per strada in punti strategici come in piazza Vittorio Veneto al centro storico, nel piazzale retrostante la chiesa di Santa Maria Ad Nives a Schiavonea, e per strada nelle contrade periferiche della città. Anche quest’anno in concomitanza dell’avvio della stagione agrumaria l’arrivo di stranieri si è caratterizzato per la presenza di cospicue flotte di migranti romeni, ucraini, bulgari, polacchi, albanesi, tunisini, marocchini e algerini che attendono di vendere il proprio lavoro in agricoltura anche a pochi euro. com’è noto la giornata lavorativa di uno straniero a nero nei campi quando va bene si paga con 25 euro al giorno, con la mazzetta da dare al “caporale”. A conclusione della campagna agrumaria si guadagna un euro a cassetta. Una miseria che spesso non viene neanche “elargita” e che determina situazione da sopravvivenza per i lavoratori stagionali spesso “costretti” per poter mangiare a rubare o peggio ancora a scovare qualcosa da mangiare nei cassonetti dell’immondizia. L’Inps nel frattempo sta pubblicando nuovamente la “lista” dei braccianti agricolo coriglianesi del 2013.