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Vergogna sul treno
dei pendolari, 4 ore
per arrivare a Cosenza

Una autentica odissea. Due ore e mezzo in galleria tra Paola e Cosenza. Una mattinata da dimenticare nell’orario di punta per quei tantissimi pendolari che raggiungono chi per lavoro chi per studio Rende e Cosenza. Un guasto al locomotore del treno è stato il motivo di tale, incredibile ritardo. E così dopo un’infinita attesa al buio trascorsa nella lunghissima galleria che collega Paola a Castiglione si è fatta retromarcia con un nuovo locomotore (non abilitato però a raggiungere le destinazioni previste) per tornare nella città di San Francesco. Quindi si sale in bus (treni a quanto pare non ce ne stavano più) per raggiungere le rispettive mete. Tantissime le proteste registrate perché il locomotore in questione sembrava avere problemi già alla partenza da Paola. Si tratta di uno dei tanti disagi che puntualmente si verificano in questa piccola tratta, tuttavia importantissima per tanta gente che ogni giorno deve recarsi per svariati motivi nel capoluogo bruzio. I ritardi e le soppressioni dei convogli ferroviari costituiscono motivo di disagio anche per chi da Cosenza deve raggiungere Paola per poi prendere qualche coincidenza (poche) per raggiungere l’amata dimora dopo una giornata di lavoro. Ieri il treno delle ore 8.30 che copre (o dovrebbe coprire) in appena 20 minuti la distanza tra Paola e Castiglione Cosentino e in 25 minuti quella con Cosenza ha accumulato un ritardo di ben 3 ore. Altri tre quarti d’ora sono invece serviti per risalire sul bus e giungere a destinazione. In tutto quattro ore per percorrere poche decine di chilometri. Più del tempo necessario a raggiungere Roma con la Freccia Argento, il treno veloce che collega la Capitale con la città di San Francesco in tre ore e mezza. Tra i passeggeri il disappunto è tantissimo. Nel treno anche alcuni studenti che dovevano sostenere esami all’Unical. Giunti a Paola in tanti si sono rivolti al personale di Trenitalia per chiedere una attestato che giustificasse il ritardo (chi per lavoro chi per studi). Tra gli sfortunati e inviperiti viaggiatori c’era anche un magistrato in servizio presso la Procura della Repubblica di Cosenza, giunto nel suo ufficio soltanto poco prima dell’ora di pranzo. I passeggeri sono stati invitati a chiamare il servizio clienti di Reggio Calabria, in quanto si trova solo sullo Stretto il centro al quale bisogna rivolgersi in caso di ritardi e quant’altro nel territorio calabrese. Ma quel che ha stupito la gente in attesa di delucidazioni e spiegazioni è che nemmeno in stazione si aveva questo numero al quale bisognava chiamare. L’ennesimo e deprecabile disservizio di una regione in cui il trasporto pubblico sta diventando con il passare del tempo una chimera. Un’assurda giornata di passione per centinaia di persone che, pur pagando il loro biglietto, sono stati catapultati in un girone infernale. Perdendo tempo, pazienza e un’intera mattinata. Senza ricevere un’assistenza degna di questo nome. E magari una scusa.

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