Parricidio Chiurco: l’indagine si sposta a Perugia. Il preside della Facoltà di medicina e chirurgia dell’ateneo umbro, Luciano Binaglia, abbia fatto trapelare, essendo venuto a conoscenza della terribile vicenda calabrese, che Stefania Chiurco si era regolarmente iscritta all’università nell’anno accademico 1994-1995, ufficializzando però la rinuncia agli studi il 26 ottobre di quattro anni fa. E inoltre si è appreso che dal suo curriculum universitario pare risultano 4 esami superati sui 40 complessivi. Se i dati dovessero essere confermati, gli scenari del presunto parricidio (la donna sostiene di aver solo sezionato il padre Riccardo già da morto ma non di averlo ucciso) potrebbero andare ben oltre il litigio per il ritardo negli studi. Che andava a fare a Perugia la 38enne se non era più studente? Si era iscritta a un’altra facoltà? E il padre sapeva di tutto questo? Stanno dunque battendo nuove piste investigative comandante provinciale dell’Arma, Francesco Ferace, il capitano Pietro Paolo Rubbo e il maresciallo Vincenzo Bianco, coordinati nell’attività d’indagine dal procuratore capo di Castrovillari, Franco Giacomantonio, e dai suoi sostituti Anna Maria Grimaldi e Silvia Fonte- Basso. Sembra infatti che le frequenti liti tra padre e figlia, ben udite dai vicini di via Gabriele D'Annunzio (il luogo dove si sarebbe consumato l’efferato delitto), fossero scaturite dal fatto che Riccardo voleva presto veder laureata l’unica figlia, che lui, chiamava “dottoressa” già da tempo. Probabilmente il genitore non sapeva, stando alle indiscrezioni, che Stefania non fosse più iscritta all’università. A Perugia, in via dei Maitani, dove ha vissuto Stefania Chiurco, si sono presentati carabinieri e pompieri. I detective della Procura umbra guidati da Giovanni Galati, in stretto contatto con i colleghi calabresi, hanno visitato l’appartamento di proprietà dei Chiurco, sottoposto a sequestro giudiziario, e al suo interno avrebbero trovato elementi utili alle indagini. Sembra che l’attenzione degli uomini in divisa si sia incentrata su alcune copie di estratti conto bancari e altri documenti. Pare che nell’appartamento, tenuto in ordine, siano stati trovati anche diverse scatole di psicofarmaci. I vicini di casa umbri, che hanno saputo di quanto accaduto a Trebisacce attraverso la televisione, hanno parlato di Stefania come una ragazza di poche parole, che si vedeva poco e usciva ancor di meno da casa. Pare che sia stata vista a Perugia per l’ultima volta nel periodo tra Natale e Capodanno. Qualche vicino le avrebbe addirittura chiesto dove si trovasse il padre, e lei avrebbe risposto che s’era fermato in Calabria perché colpito dalla febbre. Ma il suo soggiorno umbro era durato poche ore.