Fuori tre liste per il Senato e una per la Camera, ma soprattutto una candidata eccellente del Pdl: la senatrice uscente Dorina Bianchi. Giornata convulsa, ieri, per le due commissioni attivate presso la Corte d’Appello di Catanzaro ed incaricate dell’ammissione ufficiale delle liste alla competizione elettorale del 24 e 25 febbraio. A conti fatti, sono 20 le liste ammesse per il Senato; 24, invece, quelle per la Camera dei deputati. I primi verdetti sono giunti intorno alle 17: l’ufficio elettorale regionale (presidente Maria Teresa Carè, componenti Mario Santoemma, Gianfranco Grillone, Antonio Giglio, Francesca Garofalo e Ippolita Luzzo) ha ricusato tre liste per il Senato: Io amo l’Italia - Magdi Cristiano Allam, Amnistia Giustizia Libertà e Unione Popolare. Le motivazioni sono più o meno le stesse e riguardano la mancanza del numero minimo di firme necessarie per la sottoscrizione. Un po’ più lunghe le procedure per l’ammissione delle liste alla Camera. Alla fine l’ufficio centrale circoscrizionale presieduto da Bruno Arcuri (componenti Teresa Chiodo e Maria Concetta Belcastro) ha ricusato la lista di Unione Popolare sempre per problemi di firme e non ha ammesso la candidatura di Dorina Bianchi (Pdl). La senatrice crotonese, piazzata al terzo posto nella lista per la Camera, si trova adesso a fronteggiare questioni giuridiche e una fortissima pressione interna al Pdl. Tecnicamente, la candidatura è stata ricusata per la mancanza agli atti della dichiarazione riguardante l’assenza di cause ostative alla candidabilità. C’è tempo fino alle 12 di oggi per presentare un’eventuale richiesta di riesame della decisione dell’ufficio elettorale; e ci sono altre 48 ore per fare ricorso all’ufficio elettorale centrale presso la Corte di Cassazione. La senatrice, prima di correre dall’avvocato Alfredo Gualtieri del Foro di Catanzaro, ha lasciato la Corte d’Appello senza rilasciare dichiarazioni: «Sono momenti in cui si può essere nervosi». Ad accompagnare la Bianchi c’era il vice coordinatore provinciale di Catanzaro del Pdl, Maurizio Vento, che lunedì sera ha presentato le liste in Corte d’Appello: «È già tutto sanato» ha detto quest’ultimo, il cui nome dopo la ricusazione della Bianchi e la rinuncia in extremis alla candidatura di Lella Golfo e Angela Mascaro sale al sesto posto nella lista dei candidati alla Camera. E ad infiammare quella che sembra tanto una guerra interna al Pdl sono giunte ieri sera le memorie depositate in Corte d’Appello da almeno due candidati che seguivano la Bianchi nella lista del Pdl, cioè Antonino Foti e Giovanni Dima, patrocinati dall’avv. Oreste Morcavallo. I due - ma pare che analoga iniziativa abbia assunto Pino Galati - hanno chiesto all’ufficio elettorale di confermare l’esclusione della senatrice. E naturalmente senza di lei balzerebbero avanti di una posizione. Parte all’insegna dei veleni, dunque, la campagna elettorale. Nel Centro Democratico esplode il “caso Tromba”: il presidente nazionale, Bruno Tabacci, ha revocato tutti gli incarichi al coordinatore regionale Enzo Tromba, affidando la guida del movimento in Calabria a Fabrizio Criscuolo. L’iniziativa è da mettere in relazione all’esclusione del nome di Tabacci dalla lista per la Camera in Calabria, dove avrebbe dovuto essere capolista: qualcuno avrebbe stravolto le indicazioni mettendo fuori gioco il leader nazionale. In serata, a gettare benzina sul fuoco ci ha pensato Tromba: «Sulla presentazione delle liste non avevo ricevuto alcuna delega, che avevano piuttosto i rappresentanti della componente Tabacci»