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Ringhio a tutto campo:
fede, Milan, famiglia

Gattuso

In un clima di festa, hanno avuto inizio i festeggiamenti del 60° Anniversario del CSI nella provincia di Cosenza. I ragazzi ciessini, come in uno stadio al grido di “Rino, Rino, Rino…” hanno accolto calorosamente il grande ragazzo di Calabria, Rino Gattuso. Il campione del mondo del 2006,  nonostante in ritiro col Sion a Corigliano, non ha voluto mancare all’emozionante serata. Nel salone dell’oratorio della parrocchia “Maria Madre della Chiesa” a Rossano Calabro (CS), stracolmo di ragazzi, giovani e adulti, si è svolto uno incontro speciale fra il campione amico del Csi e i tantissimi, circa un migliaio, di ragazzi con gli occhi luccicanti di emozioni che hanno subissato il campione con una raffica di domande.  “Io ero un ragazzino come voi – ha detto Gattuso - con tanta voglia di giocare a calcio. So benissimo che qui al sud non è facile, ci sono vari problemi strutturali e non solo. Però è anche vero che abbiamo tanto carattere e che crescendo si può migliorare tanto. Ho iniziato dovendo superare l’ostacolo rappresentato da mia madre. Mia madre non voleva che io lasciassi la famiglia all’età di 13 anni, ma io le chiesi di non impedirmi d’inseguire quello che era il mio sogno. Una volta arrivato nel settore giovanile del Perugia ho iniziato il mio percorso. Fui acquistato dal Rangers, successivamente mi riportò in Italia la Salernitana, ma subito, fui acquistato dal Milan, nel quale sono rimasto per 13 anni ed ora milito nel Sion. Ragazzi, vi chiedo di studiare, perché è molto importante. Io per inseguire il mio sogno avevo un po’ trascurato lo studio, però poi con pazienza e sacrifici mi sono diplomato. Quando cresci e ti relazioni con altre persone, senza una buona base scolastica non si va da nessuna parte”. Poi un passaggio sulla fede:  “Sono stato sempre un po’ discolo. Ma ho sempre creduto in Dio ed ultimamente a causa del mio infortunio, la malattia che mi ha tenuto lontano dal campo, mi sono avvicinato ancora di più, andando a Messa tutte le domeniche, con i miei figli”. Alle domande: qual è stato l’avversario più difficile da affrontare e quale la vittoria più bella? Rino senza pensarci troppo :” ”Come avversario singolo Zidane. Quando il mio allenatore mi disse che avrei dovuto marcare ad uomo Zidane, la notte non riuscivo a chiudere occhio. Mentre come squadra è stata bella ed infinita la sfida con la Juventus di Capello. Ogni volta che scendevamo in campo contro di loro si provava qualcosa in più, partite belle e difficili in cui ce ne siamo date di santa ragione” - ed ancora - “l’esperienza più bella l’ho vissuta nel 2003 quando vincemmo la coppa campioni dopo aver fatto un cammino strepitoso. Quella più brutta riguarda sempre una sfida europea di champions league e la partita in questione è Liverpool vs Milan. Vincevamo quella partita 3 a 0, l’abbiamo persa ai rigori dopo aver subito la rimonta del Liverpool, i primi due o tre mesi avevo gli incubi, non mi riuscivo a spiegare come ciò fosse stato possibile”. Non si è tirato indietro neanche alle domande sul Milan:  “Ho sempre tifato Milan, vengo da una famiglia milanista e per me è stato un sogno giocare nella squadra per cui ho sempre tifato fin da piccolo. E’ stato come se al capo ultras venisse data l’opportunità di scendere in campo. Lasciare il Milan, è chiaro che non è stato semplice. Ho trascorso al Milan 13 stagioni che per me hanno rappresentato tanto, mi avevano offerto un posto nella dirigenza, ma io volevo ancora giocare e poi il mio sangue calabrese mi ha spinto a dire arrivederci e grazie. Il Sion è una realtà molto diversa, mi sembra d’essere ritornato ai tempi del settore giovanile del Perugia, mentre al Milan ci seguivano 150 collaboratori, ora se ce ne sono 10 è pure assai. E’ stata una mia scelta, avevo voglia di ricominciare”. A Gattuso sono stati consegnati due riconoscimenti, il la giacca della tuta del premio speciale CSI del 60° Anniversario: “Rino Gattuso, il campione amico degli oratori CSI” e la “Stella al merito sportivo” del CONI della provincia di Cosenza.

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