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Processo Infinito,
secondo la Cassazione
appello può sanare

corte cassazione roma
Alla carenza, "anche assoluta", delle motivazioni di una sentenza può porre rimedio il giudice del grado "successivo" che "investito di pieni poteri decisori, provvede, quando è necessario, a redigere la motivazione mancante". Lo spiegano i giudici della Cassazione nelle motivazioni della sentenza con cui hanno annullato, nei giorni scorsi, il deposito 'in due tempi' delle motivazioni del processo milanese contro le cosche della 'ndrangheta che ha portato, nel novembre 2011, a 110 condanne. Stando alla pronuncia della Cassazione, dunque, pare allontanarsi il rischio che la sentenza di primo grado e le condanne possano essere annullate dai giudici d'appello per un vizio di forma nelle motivazioni. E ciò proprio perché la Suprema Corte spiega che la carenza delle motivazioni (dopo l'annullamento del deposito 'in due tempi' la sentenza è 'monca' di 120 pagine) "é sanabile dal giudice di merito successivo". La Suprema Corte, che ha accolto il ricorso dei legali di tre imputati (gli avvocati Raffaele Della Valle, Donatella Rapetti e Manuela Caciuttolo), definisce "abnorme", dal punto di vista procedurale, l'atto del gup che, a causa di un errore della stampante, decise di integrare le 120 pagine mancanti. Dopo il verdetto della Cassazione, che ha annullato proprio l'ordinanza di integrazione, la sentenza è rimasta, però, 'monca'. E nell'udienza del processo d'appello, fissata per domani, alcuni legali degli imputati, che erano in attesa delle motivazioni della Cassazione, dovrebbero sollevare la questione della sentenza 'monca' che è, a loro dire, viziata da "nullità assoluta". Sul punto, però, la Cassazione ha chiarito che "la sentenza carente, in tutto o in parte, della motivazione, non può considerarsi inesistente". E il vizio "é sanabile" dai giudici del grado successivo. Così i magistrati d'appello potrebbero sanare le motivazioni carenti nella loro sentenza.(ANSA)

 

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