I difensori degli imputati del maxi-processo milanese 'Infinitò con al centro le cosche della 'ndrangheta, che in primo grado ha portato a 110 condanne, insistono nel ritenere ''nullo" quel verdetto, dopo la pronuncia della Cassazione che ha 'cassato' parte delle motivazioni del gup milanese per un vizio di forma, ossia un deposito in due tempi. Nell'udienza di oggi i giudici della prima sezione della Corte d'appello milanese non hanno sciolto il nodo giuridico e si sono limitati ad acquisire il dispositivo della Suprema Corte, rinviando il processo al prossimo 15 gennaio. I legali dei tre imputati che hanno fatto ricorso alla Cassazione - gli avvocati Raffaele Della Valle, Manuela Caciuttolo e Donatella Rapetti - hanno deciso di attendere le motivazioni della sentenza che ha accolto la loro istanza. Motivazioni che potranno fare chiarezza. "Se non arriveranno entro una decina di giorni però - ha chiarito Della Valle - presenteremo un' istanza ai giudici d'appello per chiedere le scarcerazioni, perché ci troviamo di fronte a una sentenza che è come il 'Visconte dimezzato' (mancano 120 pagine, ndr) e che non spiega sulla base di cosa il gup ha calcolato le pene inflitte". Se le istanze venissero bocciate, i legali sono anche pronti a fare ricorso alla Corte Costituzionale. Nell'udienza di stamani anche altri legali, tra cui l'avvocato Renato Alfarone, hanno parlato davanti alla Corte della nullita" della sentenza dopo il verdetto della Cassazione che, a loro dire, si estende anche agli altri imputati. Tutte le difese però attendono le motivazioni della Cassazione e potrebbero discutere 'ufficialmente' della questione nullità nell'udienza del 15 gennaio, data in cui da programma potrebbe anche cominciare la requisitoria del sostituto pg. E' probabile che i giudici decidano di arrivare fino a sentenza - prevista per il 22 febbraio - e sanare con le loro motivazioni il 'buco' (causato dal problema a una stampante) di quelle di primo grado. Nel frattempo i legali dei tre imputati che hanno 'vinto' in Cassazione si rivolgeranno probabilmente alla Consulta. "Non si può integrare in appello qualcosa che doveva esserci in primo grado, cosi" si salta un grado di giudizio", è il ragionamento delle difese. (ANSA)