Sono da poco passate le 12.00, don Marcello Riente, il parroco di Belvedere Marittimo rientra nella sua villetta sulla centralissima via Fortunato. Ha appena finito di celebrare i funerali del giovane carabiniere morto in seguito ad in un incidente stradale. Entra in casa e la scena che si ritrova davanti è raccapricciante. L’anziana madre, Carmela Iolanda Nocito, 80 anni, è riversa a terra, imbavagliata, legata e con il cranio fracassato. Secondi di sconcerto e disperazione. Poi chiede aiuto. In pochi minuti arrivano sul posto i carabinieri della compagnia di Scalea, ma anche il comandante provinciale di Cosenza, il col. Ferace, il pm di turno della procura di Paola, il medico legale, gli specialisti della scientifica dell’arma. La scena del crimine viene isolata e circoscritta. Cominciano i primi rilievi. Davanti casa si radunano tante persone, quella della zona, ma anche da altri quartieri e dai comuni vicini. La notizia tragica viaggia veloce. C’è incredulità, paura, sdegno, smarrimento. Chi è perché ha ucciso la povera donna? Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti una possibile rapina finita male. Nei giorni scorsi sul tirreno sono state messi a segno diversi rapine in casa a danno di anziani, ma sono state compiute di notte. Sul portone non ci sono segni di effrazione. Probabilmente la signora Nocito ha aperto la porta non sapendo che quelli sarebbero stati i suoi carnefici. Ma perché ucciderla? L’anziana ha opposto resistenza, li ha riconosciuti? Oppure, altra ipotesi inquietante, si sarebbe trattato di una atroce, feroce vendetta nei confronti del figlio, di don Marcello. Il sacerdote solo due mesi fa a ottobre era stato selvaggiamente aggredito e picchiato sull’ingresso di casa. C’è un legame tra i due episodi? E’ quanto si chiedono in tanti. Ora bisognerà attendere l’esito dell’autopsia e i primi rilievi scientifici per avere un quadro più chiaro della dinamica. Certo è sconvolgente che una anziana sia stata brutalmente uccisa in casa in pieno giorno e in pieno centro. In queste ore gli inquirenti stanno sentendo familiari, conoscenti e i residenti della zona. Ogni dettaglio ogni informazione può essere utile alle indagini. Nell'appartamento sono al lavoro i carabinieri del Ris di Messina, che stanno verificando la presenza di tracce ed impronte che possano portare all'identificazione degli assassini.