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Si fingono della
'ndrangheta per
estorcere denaro

La vicenda inizia nel febbraio 2011, quando la vittima, un geometra di 53 anni, chiude il rapporto lavorativo con un imprenditore a causa del basso profitto di un affare. Sembra tutto tranquillo, ma dopo poco si presentano i due fratelli che prima dicono di vantare un credito a nome dell'ex socio, e poi entrano in confidenza con l'uomo al punto da iniziare una non precisata collaborazione. Fingendo di conoscere la malavita locale, i due si offrono di risolvere problemi di varia natura in cambio di denaro. A luglio il geometra inizia a ricevere richieste estorsive da parte di un fantomatico criminale che successivamente si scoprirà essere uno dei fratelli con voce camuffata. Non a caso l'estorsore non incontra mai la vittima e le minacce avvengono soltanto per telefono. 'Venuti a conoscenza' della situazione, i Marzulli si propongono come intermediari e fingono un incontro con il bandito in un bar di Carugate (Milano) che si sarebbe risolto con l'accoltellamento di quest'ultimo e l'intervento dei carabinieri. Tutte bugie che servono per la richiesta economica successiva: per convincere l'estorsore a non denunciarli, il 53enne deve pagare 30 mila euro. Ne ricevono 13 mila ma per spillarne ancora propongono di uccidere il malvivente servendosi di un commando di 'ndranghetisti fatti salire apposta dalla Calabria. Prezzo dell'omicidio, 5 mila euro. Il geometra, però, non ci sta, non se la sente di diventare mandante di un omicidio e il 16 novembre denuncia tutto ai carabinieri, che ieri hanno arrestato i fratelli nel corso dell'ultimo incontro organizzato in via Cavezzali in cui avrebbero ricevuto un acconto di 700 euro per l'assassinio.

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