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I “pizzini” del boss
Domenico Condello
Una miniera di notizie

condello

Un boss che comunicava con i “pizzini”, Domenico Condello “Micu ’u pacciu”. Il 56enne padrino della ’ndrangheta di Reggio Calabria, il super latitante incastrato dai carabinieri del Ros la sera del 10 ottobre scorso, dava indicazioni a familiari e picciotti utilizzando manoscritti. Alcuni “pizzini” sono stati ritrovati dai militari nell’ultimo rifugio utilizzato dal capoclan del rione Archi, nell’appartamento al primo piano di una palazzina di via Sabauda a Salice, periferia nord della città dello Stretto. Di particolare interesse investigativo il foglietto, recuperato nella camera da letto in uso al latitante, che i carabinieri catalogheranno solo con l’intestazione iniziale, «Carissimo amico
mio...», e la conclusione «un abbraccio a tutti...». Domenico Condello amava informarsi su ciò che succedeva nella sua Reggio Calabria. Nel covo sono stati rinvenuti numerose copie di giornali freschi di stampa. Quotidiani soprattutto. Alcuni articoli venivano ritagliati, come per rimarcarne l’interesse o l’approfondimento. Anche un televisore nel nascondiglio con un contratto Sky e scheda cliente, generi alimentari, indumenti puliti e da lavare. Ed ancora otto immagini sacre, una pistola “Beretta 7,65”,
medicine a non finire, lo strumento per misurare la pressione, pacchi di sigarette Merit. 

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