E' stato aggiornato al 26 ottobre il processo Minotauro sulla presenza della 'ndrangheta in Piemonte, cominciato stamani davanti al Tribunale di Torino. I giudici dovranno pronunciarsi sulle numerose richieste degli avvocati difensori. Su tutte spicca quella di trasferire il processo in altre sedi come per esempio Reggio Calabria. Se dobbiamo dare credito a quanto riportano le stesse carte dell'indagine - è stata la spiegazione fornita da uno dei legali - in questa vicenda il Piemonte dipende dalla Calabria: per aprire una 'locale' (una cellula della 'ndrangheta - ndr) era necessario chiedere l'autorizzazione alla 'casa madre regina'. Anche le 'doti' (i gradi della scala gerarchica dell'organizzazione - ndr) - ha aggiunto - venivano conferiti direttamente in Calabria. Quanto poi avveniva qui, dai rituali alle affiliazioni - ha concluso - era solo la parte folcloristica. Uno degli avvocati ha chiesto di annullare il decreto di rinvio a giudizio perché, a suo dire, alcune trascrizioni delle telefonate non sono state tradotte dal dialetto calabrese e quindi "all'udienza preliminare - ha spiegato - non ero in condizione di capire se mi conveniva scegliere strade alternative come il rito abbreviato". (ANSA)
Gli imputati sono 75, ma altrettanti sono gia' stati giudicati con il rito abbreviato. In aula, al fianco dei pm che sostengono l'accusa, c'e' il procuratore Gian Carlo Caselli. Fra il pubblico ci sono numerosi attivisti dell'associazione antimafia Libera che chiedera' di costituirsi parte civile.