Il politico, secondo l'accusa, avrebbe ottenuto circa 4 mila voti pagando 200 mila euro, ossia "50 euro a voto". La raccolta dei voti ando così, secondo il gip: "Gli esponenti della cosca 'Barbaro-Papalia' procuravano circa 500 voti nella loro area di tradizionale influenza (Corsico, Buccinasco e hinterland sud di Milano)"; Eugenio Costantino aveva procurato circa 700-800 voti nell'area del Magentino; nella città di Milano venivano raccolti complessivamente 2.500 voti di preferenza". A Milano "la maggior parte dei voti venivano raccolti da Ambrogio Crespi", il fratello del noto sondaggista. Per portare voti a Zambetti gli uomini dei clan avevano preso anche "contatti con il gruppo criminale capeggiato da Pepé Onorato", 'storico' capo della 'ndrangheta in Lombardia e anche con la ''criminalità campana e siciliana". Poi anche contatti con Antonio Paolo e Giuseppe Ferraro dei Morabito-Bruzzaniti-Palamara. Uno degli arrestati, Giuseppe D'Agostino, avrebbe contattato "anche Pio Domenico classe 1946, uno dei capi della locale della 'ndrangheta di Desio''.
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