Hanno trascorso la notte sulla ciminiera della centrale Enel del Mercure i quattro operai che ieri avevano iniziato la protesta per chiedere garanzie sul loro futuro occupazionale. L'impianto, che impiega circa cento operai, al momento è chiuso in attesa di essere riconvertito. Gli operai ricevono cibo, acqua e generi di conforto dai parenti e dai colleghi che presiediano il luogo della protesta. I lavoratori hanno riferito di stare bene e di essere intenzionati a proseguire la protesta fino a quando non avranno la sicurezza che anche un rappresentante del Ministero dell'Ambiente parteciperà all'incontro convocato per martedì prossimo dal prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, per un esame della situazione.
"E' assurdo quanto sta succedendo in questo territorio.
Una Centrale a biomasse di legno vergine, che tra l'altro garantirebbe anche una buona manutenzione ai boschi e con essa si eviterebbero anche gli incendi che hanno martoriato la Calabria durante l'ultima stagione estiva, viene osteggiata fino a metterne in pericolo la sua stessa esistenza per giochi politici che nulla hanno a che vedere con l'ambiente e con la salute dei lavoratori e dei cittadinì. E' quanto afferma, in una nota, il segretario generale della Uil calabrese, Roberto Castagna che si è recato nella Centrale del Mercure dove alcuni lavoratori per protesta sono saliti sulla ciminiera dell'impianto. "Una Centrale come quella prevista e pronta a partire per il Mercure - prosegue Castagna - gode addirittura dei benefici della Comunità Europea per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e, quindi, pulita. Solo la cecità o la malafede di chi la osteggia può far dire il contrario. E' necessario fare presto concludere i lavori della Conferenza dei Servizi ed è auspicabile che tutti i soggetti interessati, in primis il Parco del Pollino, la smettano di girare attorno al problema cercando di nascondersi dietro al classico dito. Tutto il mondo è a conoscenza che una Centrale come quella del Mercure è compatibilissima con l'ambiente ed affermare il contrario non sarebbe compreso dalla gente". Assieme a Castagna, sul posto, c'é il segretario generale dell'Uilcem Gino Campana.
"Mi sono precipitato subito qui - dice il sindacalista - per cercare di mediare una situazione che rischia di esplodere da un momento all'altro. I lavoratori sono esasperati e per ogni giorno che passa vedono affievolirsi le loro speranze di continuare a lavorare nella loro terra. La loro preoccupazione deriva anche dal fatto che il tempo non è una variante indipendente. Protrarre il verdetto della Conferenza dei Servizi potrebbe rendere vano l'investimento dell'Enel perché l'azienda potrebbe addirittura ritirarsi definitivamente dalla valle. Questo significherebbe buttare alle ortiche duecento posti di lavoro ed altre centinaia che sarebbero impiegati nella filiera del legno e tutto ciò è assolutamente vergognoso. Stanotte i quattro lavoratori sul camino sono stati all'addiaccio e ci vogliono restare fin quando non vedono uno spiraglio di luce per la soluzione del problema. A loro va la solidarietà nostra e di tutti i loro colleghi, garantendo che non saranno mai da soli a lottare per una giusta causa come questa".