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Licenze ai bus
s’indaga per falso

Uno schiaffo alla crisi. C’è un posto della Penisola nel quale si sta vivendo una “favola” moderna. Lo chiamano il paese del miracolo imprenditoriale. È Panettieri, 342 abitanti e una invidiabile posizione geografica. È il centro italiano nel quale – in rapporto alla popolazione e alla vastità del territorio – è concentrato il maggior numero di uffici operativi di ditte di trasporto. Ben 150, collocati tutti nella stessa palazzina. Non un grattacielo all’americana con l’aria d’un moderno centro direzionale tirato su tra le colline calabre, ma solo una modesta palazzina, molto più eco-compatibile, costruita in via Risorgimento e già sede di una cooperativa specializzata nei servizi sociali. 150 proprietari di pullman originari delle province di Catania, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Messina, Enna, Catanzaro e Vibo Valentia hanno deciso di chiedere in questo simpatico paesino del Cosentino il rilascio della licenza per poter utilizzare i loro bus. Costo dell’operazione? Contenuto: 1000 euro per il rilascio, 700 per il rinnovo annuale.

I pubblici ministeri Giuseppe Cozzolino e Giuseppe Cava che, pur riconoscendo a Panettieri un indubbio fascino paesaggistico, non credono molto alla tesi del “miracolo” della proliferazione imprenditoriale legata alla vivibilità dei luoghi, hanno aperto un’inchiesta, per il momento contro ignoti, ipotizzando i delitti di abuso d’ufficio, associazione per delinquere, falso e corruzione. È per questo che gli agenti della Polizia stradale di Cosenza hanno acquisito tutte le “pratiche” relative alle licenze di «noleggio con conducente» dei pullman, accordate a imprenditori siciliani e calabresi. I poliziotti hanno pure subito accertato che nella stanza nella quale dovevano essere concentrati gli «uffici operativi» non c’era un’anima e che nessuno dei bus delle ditte autorizzate offriva i suoi servizi e garantiva delle corse nell’ameno Panettieri. Le carte capaci di chiarire gli aspetti di questa quantomeno singolare vicenda, sono dunque adesso nelle mani dei magistrati inquirenti. Come andrà a finire?

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