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Precari, la Calabria
"bomba sociale"

"La situazione dei lavoratori

calabresi è molto pericolosa. E' una bomba sociale che rischia

di esplodere da un momento all'altro se non s'interviene al più

presto". E' quanto scrivono i segretari generali della Uil e

della Uil Temp della Calabria, Roberto Castagna e Gianvincenzo

Petrassi, in una lettera inviata ai ministri Fornero e Barca.

   "In modo particolare - aggiungono Castagna e Petrassi - sono

i percettori di mobilità e cassa integrazione in deroga a

camminare sul filo del rasoio. Gli 80 milioni di euro stanziati

dal Governo per coprire le esigenze del 2011 sono serviti a

malapena per pagare le proroghe alle deroghe degli anni

precedenti, mentre nessuno dei lavoratori che ha fatto domanda

di mobilità all'inizio dell'anno è stato ancora pagato. Ma

c'é di più. Allo stato attuale non è possibile garantire la

cassa integrazione alle aziende che all'inizio del 2012 hanno

presentato la relativa richiesta".

   "La mappa dei lavoratori che in Calabria usufruiscono degli

ammortizzatori sociali - sostengono ancora i due dirigenti della

Uil - è molto vasta, nonché critica. Dai dati del Dipartimento

10 della Regione, emerge che sono circa 15 mila i lavoratori che

usufruiscono di una proroga del relativo ammortizzatore sociale.

Diverse migliaia sono le persone che nel 2012 hanno presentato

domanda per ottenere il sostegno al reddito. E poi ci sono i

percettori di cassa integrazione deroga, pagati per soli quattro

mesi, quelli cioé garantiti dall'Inps in base agli accordi

istituzionali. Il problema, però, è che la Regione non è in

grado di proseguire con i pagamenti. E' tutto ciò avviene in un

contesto delicato: sono 90 mila, infatti, i lavoratori che

percepiscono un sostegno al reddito con ammortizzatori ordinari

(Ds, cassa integrazione ordinaria, ridotta, mobilità,

eccetera), 200 mila i precari o con contratto atipico e circa 10

mila i precari legati alla Regione Calabria. Se si pensa che la

popolazione calabrese è composta da poco più di due milioni di

persone, è facile capire quanto questi ritardi incidano su

tutto il tessuto sociale della nostra terra. Ecco perché

insistiamo sull'importanza che il Governo stanzi al più presto

i 120 milioni di euro chiesti a giugno dalla Regione Calabria.

Il rischio di assistere ad un terremoto sociale che, oltre a

mettere in ginocchio la regione rischierebbe di coinvolgere

anche il Paese, è davvero alto".

   "In una terra difficile come la nostra - concludono Castagna

e Petrassi - non è nemmeno ipotizzabile che migliaia di persone

restino senza reddito per lunghi periodi. Non si tratta di

aiutare o tutelare una sola categoria di lavoratori, ma una

regione intera".

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